23/08/2018 - «La leggenda di Colapesce» di Mimmo Mòllica, filastrocca moderna di un’antica leggenda. Mimmo Mòllica ha riscritto in versi e strofe, in lingua italiana, la leggenda di Colapesce, un ragazzo di Messina, figlio del mare di Sicilia bella. Cola nuotava tra Torre Faro e il gran Capo Peloro, per ore ed ore, per un giorno intero in cerca di quell’unico tesoro: fermar del mondo la falange ostile, rendere mari e cosmo più accoglienti ed il Pianeta sempre più civile, dare un mondo migliore ai discendenti. "Quanto è profondo il mare!" disse Cola.
Quanti misteri poi volle svelare di quell’ambiente a lui piuttosto ignoto: curiosità, silenzio, buio e misteri… Colapesce vide che nei fondali c’era tanta vita, pesci, antri e crateri; che non è abisso di paurosi mostri. I mostri che ci posson spaventare sono soltanto nella nostra mente. Il mistero più grande della Terra è regolare il clima del Pianeta, stemperando le emissioni di gas serra, ma l’uomo pensa solo alla moneta.
La leggenda di Colapesce
di Mimmo Mòllica
Cola era un ragazzo di Messina,
figlio del mare di Sicilia bella,
viveva a Capo Faro, alla marina,
con padre, madre, fratelli e una sorella.
Cola guardava il mare e gli parlava
raccontava alle onde i suoi segreti,
e il mare come amico l’ascoltava,
erano ore felici e giorni lieti.
Chissà cosa nasconde nei fondali,
quanto è profondo il mare e se qualcuno,
nelle immense profondità abissali
ha mai parlato con il dio Nettuno?
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La leggenda di Colapesce
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