20 dicembre 2018

«IL DISERTORE» DI MIMMO MÒLLICA

20/12/2018 - Mimmo Mòllica dedica questa sua filastrocca a tutti i giovani, a tutti gli uomini del mondo, rivolgendola a istituzioni, personalità della politica, della cultura, della scienza e della società civile, come personale testimonianza di volontà e contributo per la pace.
In realtà Mòllica intende affrontare una questione di importanza universale e planetaria: la Pace. Così pubblica «La Pace, filastrocca che piace» assieme a un’altra sua composizione «Il Disertore», come proprio contributo e fervido auspicio.
«Se vogliamo costruire la pace nel mondo, costruiamola in primo luogo dentro ciascuno di noi» (Dalai Lama).



IL DISERTORE
di Mimmo Mòllica

A che serve disperarsi
se t’han detto di partire,
quando quelli hanno deciso
non c’è niente da capire,
mercenario o condottiero
non fa molta differenza:
l’ambizione del potere
non ha troppa preferenza.

E il suo viso è là davanti,
cosa importa d’esser vile?
maledetta libertà
conquistata col fucile,
con disprezzo della vita
o con l’odio del ribelle,
con la forza dell’istinto
di chi tiene alla sua pelle,
col comando imperativo:
grazie al cielo se sei vivo.

Nella casa di campagna,
proprio dietro la collina,
c’è una donna che t’aspetta
e addormenta una bambina:
“Dormi, dormi figlia mia
che già fuori è buio pesto,
dormi, dormi figlia bella
che papà tornerà presto”.

Nel tuo letto un posto vuoto
come un giorno di vacanza,
nel tuo cuore l’illusione
cerca l’ultima speranza,
tu abbandoni il tuo fucile
mentre ormai scende la sera,
la tua donna s’addormenta
recitando una preghiera:
l’ambizione non è amore,
torna a casa il disertore.

È la libertà che vola,
è la libertà che va,
è la libertà che vola,
benedetta libertà.



Non abbiamo bisogno di pistole e bombe
per portare la pace,
abbiamo bisogno
di amore e compassione.

(Madre Teresa di Calcutta)


 «Il Disertore»  di Mimmo Mòllica - Proprietà letteraria Molica Colella Domenico ©2018 –

27 novembre 2018

«FILASTROCCHE DI MILLE COLORI», PER METTER BIANCO SU NERO (E VICEVERSA)

FILASTROCCHE DI MILLE COLORI (Filastrocche a colori per metter  bianco su nero) di [Mòllica, Mimmo]27/11/2018 - «Filastrocche di mille colori» di Mimmo Mòllica. Filastrocche a colori per metter bianco su nero (e viceversa). Quanti colori. Fiori piccoli e grandi, il cielo azzurro e immenso, il mare smeraldino, paesaggi da sognare e spiagge colorate. È l’Isola dei colori, coi suoi riflessi accesi al tramonto e fiori d’ogni specie: orchidee, tulipani, oleandri rosa, il verde delle piante, carezzate dal vento. I fiori appariscenti, il bianco-verde o il bianco. Il rosso delle foreste tropicali, i colori degli uccelli, le tinte delle case.
I colori vocianti del mercato, le barche, le bancarelle e le reti dei pescatori, il pesce appena pescato, dalla barca al mercato. Il giardino botanico vestito di colori, gli alberi e le campagne, la neve che imbianca le montagne. Case, villaggi… Le tele dei di pittori, quadri, sculture, dipinti e souvenir.

Con i colori puoi girare il mondo,
puoi andare in alto, in largo, in giù,
andare in volo oppure andare in fondo,
in India, in Cina, in Africa, in Perù.

Ogni Paese, pure il più lontano,
ha le sue piante, frutti ed i suoi fiori,
in ogni cielo volteggia un gabbiano,
ogni strada si veste di colori.


---------------------------------
FILASTROCCHE DI MILLE COLORI 
 di Mimmo Mòllica 
Filastrocche a colori per metter bianco su nero 
Formato Kindle 
Amazon Media EU S.à r.l. 
ASIN: B07KD6ZHSX

«FILASTROCCA DI SAN MARTINO»: IL SOLE DELL'INVERNO RISCALDA IL PELLEGRINO

FILASTROCCA DI  SAN MARTINO (Filastrocca o stornello, con cavallo e mantello) di [Mòllica, Mimmo]27/11/2018 - «Filastrocca di San Martino» di Mimmo Mòllica, filastrocca o stornello con cavallo e mantello. 11 novembre: festa di San Martino. In questo giorno, ogni anno, si festeggia il nome di Martino con le sue virtù, le sue gesta leggendarie, le belle giornate di sole e il vino novello.
La fama di San Martino è particolarmente legata all'episodio del mantello. Secondo il racconto popolare Martino, incontrando un povero mendicante, miseramente vestito, sofferente a causa del freddo intenso e della pioggia, non esitò a fargli dono di metà del suo mantello di lana, dividendolo con la sua stessa spada. Subito il cielo si illuminò e il sole apparve in cielo, riscaldando gli uomini e la terra, la temperatura divenne mite e fu “l’Estate di San Martino”.

Martino nacque nel 316 d.C. a Sabaria, odierna Ungheria, da un ufficiale dell'esercito romano. Giovanissimo fu arruolato nella cavalleria imperiale. Era ancora un bambino quando i genitori si trasferirono a Pavia, dove Martino visse la sua infanzia. Nel 356 Martino lasciò la vita militare, ripudiando le armi. A Poitiers conobbe S. Ilario vescovo e fu ordinato sacerdote. Aveva 18 anni quando donò metà del suo mantello al povero di Amiens. La notte seguente Cristo gli apparve in sogno, vestito di quello stesso mantello. Fu così che Martino decise di farsi battezzare. San Martino è patrono dei mendicanti e degli albergatori, dei cavalieri e delle Guardie Svizzere pontificie.

... il sole dell’inverno
riscalda il pellegrino
ed ogni mosto è vino:
«evviva San Martino».


--------------------------
FILASTROCCA DI SAN MARTINO
di Mimmo Mòllica
Filastrocca o stornello, con cavallo e mantello
Amazon Media EU S.à r.l.

«SE FOSSI O SE SAREI?»: LA REGOLA DEI FOSSI URLO' LA DIRETTRICE

SE FOSSI O SE SAREI? (Filastrocche una alla volta) di [Mòllica, Mimmo]27/11/2018 - «Se fossi o se sarei?» di Mimmo Mòllica, filastrocche una alla volta. Allarme congiuntivo, la situazione è grammatica. «Se io sarei sindaco, riparerei le strade. – Fossi! – Sì, riparerei anche i fossi». La regola dei fossi: dall’apostrofo ‘incerto’ al congiuntivo ‘infelice’. Giocare con la grammatica italiana introducendo nella filastrocca alcuni comunissimi strafalcioni grammaticali e inventando la «regola dei fossi»: «Se fossi o se sarei?».

Da uno strafalcione che è ormai quasi un modo di dire ‘universale’ «nasco imparato» all’alcol snaturato (parodia di alcol denaturato), al proverbiale ‘se sarei’, o ‘se soggiacerei’, fino alla «regola dei fossi»… Nella sua filastrocca Mòllica ha voluto giocare non solo col congiuntivo (in modo antifonale, / con fare alternativo, / diciamo antisociale), ma pure con una certa "forma grammaticale da vero criminale” che spesso incontriamo perfino in certi talk show televisivi, introducendovi parole 'nonsense' e strafalcioni “demenziali, ed anzi proverbiali...

«Se fossi» o « se sarei »?
come si scrive e dice?
«La regola dei ‘fossi’!»,
urlò la direttrice.


----------------------------
SE FOSSI O SE SAREI? 

«FILASTROCCA DEL DIZIONARIO», I BAMBINI E NONNI A DIFESA DELLA BISTRATTATA FILASTROCCA

30/09/2018 - Vari dizionari definiscono una ‘filastrocca’ serie lunga e noiosa di parole; “successioni lunghe e fastidiose di parole”, “noiose tiritere” o anche “discorso lungo e sconclusionato; elenco prolisso”. Nel “Nuovo dizionario de' sinonimi della lingua italiana”, Niccolò Tommaseo spiega così il significato del termine «filastrocca»: «Filasirocca, serie lunga e noiosa di parole o non convenienti o non vere. Filastrocca di bugie, di citazioni, di nomi: un discorso pieno d’enumerazioni, d’ampollosità. Cantafèra è cantilena noiosa. Cantafavola, ch’è lungheria non vera. Un po’ mendace; la filastrocca, talora mendace, è sempre noiosa: la tiritera, noiosa ed inetta.
Le facezie di certa gente son filastrocche d’impertinenza, e filastrocche di freddura…”. Uno dei padri nobili della filastrocca, Gianni Rodari, ha definito 'filastrocche' le sue più belle composizioni. Per fortuna sono proprio gli studiosi, l’opinione pubblica, i critici, la stampa e perfino la giuria del Premio Andersen (1970) a ritenerlo “tra i più grandi autori di filastrocche", oltreché i lettori.

 Mimmo Mòllica, autore di molte filastrocche, canzoni e testi per la radio, la tv e il teatro, ha voluto ‘giocare’ col Signor Dizionario per tanta ingiustificata severità, scrivendo e pubblicando la  «Filastrocca del Dizionario», perché il mondo è cambiato e dobbiamo aggiornarci anche noi, non solo il dizionario. Nella «Filastrocca del Dizionario», un austero e vecchio signore rimprovera alla Filastrocca d’essere fastidiosa, lunga e noiosa. È il Signor Dizionario, un critico rigoroso e severo.

Filastrocca, filastrocca filastrocca antica e sciocca serie lunga di parole che nessun sentir vuole. Saranno l’avvocato Filastroccolo e un nutrito coro di bambini, genitori, insegnanti e nonni a difendere la povera Filastrocca e a dire al Signor Dizionario: «Il mondo è cambiato, dovete aggiornarvi anche voi».

-------------------
FILASTROCCA DEL DIZIONARIO
(Filastrocche una alla volta) 
di Mimmo Mòllica
Venduto da: Amazon Media EU S.à r.l.
Lingua: Italiano
ASIN: B07HD63VRM

7 ottobre 2018

«CASTELLI DI SABBIA»: FILASTROCCA CON PALETTA E SECCHIELLO PER FARE UN CASTELLO

08/10/2018 - «Castelli di sabbia» di Mimmo Mòllica. Filastrocca con paletta e secchiello per fare un castello. Come scrivere in versi per il gusto di andare spesso a capo. Guardare i bambini giocare con la sabbia, impegnati in fantasiose costruzioni: scavare buche profonde, disegnare e scrivere sulla sabbia bagnata, costruire castelli.

Ieri come oggi giocare con la sabbia, in spiaggia, accomuna i bambini ma coinvolge pure gli adulti. La spiaggia, la sabbia bagnata, un secchiello e una paletta, per affondare le mani e la fantasia dove la realtà non arriva.
 Sporcarsi le mani, modellare la sabbia umida con le mani, darle forme inventate è un’opera nuova ogni volta, costruire castelli incantati: che bella invenzione.

Giocare con la sabbia di una spiaggia rende protagonisti, è principio di libertà, occasione di infinito, di libera creatività, opportunità di libero gioco. Libera l’immaginazione, stimola la fantasia, la creatività e la concentrazione, esercita i cinque sensi, sviluppa le abilità di manipolazione e la destrezza, allena il corpo e la mente, favorisce le abilità grafiche, concentra e rilassa.

Giocar tutti là insieme era bello
e le mani sembravan farfalle
che donavano al mondo un castello
in un prato di primule gialle:
di tutta la spiaggia il più bello,
con una paletta e un secchiello.
____________________
«CASTELLI DI SABBIA» 
di Mimmo Mòllica
Filastrocca con paletta e secchiello per fare un castello 
Amazon Media EU S.à r.l. 
Formato Kindle 
Lingua: Italiano 
ASIN: B07J1L796C 
EUR 3,00

LE FATE, QUALCUNO LE MANDI A CHIAMARE. CON «LE FATE DEL BENE» MIMMO MÒLLICA RACCOGLIE L’APPELLO DI GIANNI RODARI

«Le Fate del Bene» di Mimmo Mòllica. Incontrare una fata non è difficile, difficile è riconoscerla… Ma dove saranno andate? Non se ne sente più parlare…. Gianni Rodari ha lanciato il suo appello: "Erano disoccupate! Qualcuno le mandasse a chiamare”. Così Mimmo Mòllica, autore di molte filastrocche, ha raccolto l’appello del ‘grande maestro dell’ infanzia”

29/09/2018 – Gianni Rodari immagina che le fate siano scappate, “si nascondono in fondo al mare, oppure sono in viaggio per la luna, in cerca di fortuna. Erano disoccupate! Qualcuno le mandasse a chiamare”.
Così Mimmo Mòllica, autore di molte filastrocche, canzoni e testi per la radio e la tv, ha raccolto l’appello del ‘grande maestro dell’ infanzia”, Gianni Rodari, scrivendo e pubblicando «Le Fate del bene», filastrocca, per imparare ad incontrare le fate e riconoscerle. "I bambini vedono le fate meglio di noi perché i nostri occhi sono pieni di cose che non vogliamo vedere".

 Nella filastrocca «Le Fate del bene», Mimmo Mòllica si chiede “chi sono le fate? Che sono le fate? Fanno parte della natura? È la natura stessa che le crea? Sono aria, spirito, forma? Traggono origine dagli elementi naturali (aria, acqua, fuoco e terra)? Sembra proprio così…
Le fate rappresentano la forza della natura, e proprio per questo sanno nascondersi, mimetizzarsi, fuggire e trasformarsi. Sono molte le leggende sul mondo delle fate, ma bisogna essere davvero puri di cuore per credere in loro e con esse dialogare. Le fate compaiono e scompaiono misteriosamente senza lasciare traccia, senza svelare i loro segreti, né gli inestimabili tesori custoditi e nascosti. C’è un’Isola-che-non-c'è per ogni bambino, e sono tutte differenti. Se incontrate una dolce fanciulla o un’esile vecchietta, non esitate ad essere gentili offrendo loro il vostro aiuto: dietro quelle sembianze potrebbero celarsi due fate. Il gesto gentile così verrebbe ricompensato con un dono fatato…

Copiose son le fate, è proverbiale,
fate d’ogni elemento naturale:
fate dell’acqua, terra, aria e fuoco,
son dieci, cento, mille pressappoco.
Fata dei boschi, fata dei poeti,
fata dei laghi, fata dei pianeti,
fata dei draghi, fata del Natale,
fata dei fiumi, dell’universo astrale.

_______________________
«Le Fate del Bene»
di Mimmo Mòllica
Filastrocche una alla volta
Venduto da: Amazon Media EU S.à r.l.
Lingua: Italiano
ASIN: B07DTG3GY8

«BUONGIORNO GIORNO», FILASTROCCA PER 24 ORE NUOVE DI ZECCA

05/10/2018 - «Buongiorno giorno» di Mimmo Mòllica, filastrocche una alla volta. Come scrivere in versi per il semplice gusto di andare spesso a capo. Sento il bisogno di dormire 8 ore al giorno. A parte la notte. Svegliandomi questa mattina, sorrido. Ventiquattro ore nuove di zecca sono davanti a me. Il tempo, complice, regola beffardo l'orologio alla solita maniera. Tra non molto qualcuno dirà che è tardi, altri diranno che è presto. La sera con movenze rapaci solleva un artiglio dal trespolo e lento lo riabbassa, per farti spazientire, per dispetto. E quando ti sembra che stia per poggiare la zampa, lenta la risolleva. E più ti aspetti che almeno ora sollevi l’altro artiglio più lei risolleva lo stesso di prima. E con identica misurata flemma lo abbassa tanto lentamente da sembrare che lo sollevi ancora. 

FILASTROCCHE UNA ALLA VOLTA 

 «Filastrocche una alla volta». Così Mimmo Mòllica ha pensato di presentare le sue filastrocche in una collana di ebook: una alla volta, o quasi. Ognuno degli ebook di questa collana porta il titolo della filastrocca che intende presentare, assieme a poche frasi e qualche aforisma sull’argomento trattato: "Ho voluto aggiungere qualche altra filastrocca per legittima vanità, ma pure come omaggio ai lettori". Le filastrocche siamo noi. Nelle filastrocche ci siamo noi, la famiglia, le situazioni familiari e sociali, i personaggi e le immagini della fantasia, delle fiabe e delle leggende.
 __________________
Buongiorno giorno 
Filastrocche una alla volta
di Mimmo Mòllica
Formato Kindle
Venduto da Amazon Media EU S.à r.l.
Lingua: Italiano
ASIN: B07DHN2L45

«FIORI DI PESCO», FILASTROCCA CHE CUSTODISCO DENTRO L’HARD-DISCO

05/10/2018 - «Fiori di pesco» e altre brevi cose di Mimmo Mòllica, filastrocche per vivere per sempre felici e contenti, ma fino a un certo punto. "Pesco, perché col pesce io mangio e cresco… / Ma se non mangio non esaudisco / il desiderio quasi pazzesco, che custodisco come l’hard-disco / di quel computer che preferisco... 

Le filastrocche prima si insegnano ai bambini e meglio riusciranno a memorizzarle: educano al ritmo, abituano a scandire le parole e i concetti, danno un'idea compiuta della musicalità e del comporre in rima. Imprimono nella mente dei più piccoli le storie, i messaggi e i sentimenti che le filastrocche raccontano; nei grandi la... grandezza.

«Perciò io mangio il pesce fresco che a volte pesco… / Ma se non pesco mi arrugginisco, / non mi capisco e non gioisco… / Quando non pesco non concepisco / neanche l’Unesco, non la capisco…». 

«Filastrocche una alla volta». Così Mimmo Mòllica ha pensato di presentare le sue filastrocche in una collana di ebook: una alla volta, o quasi. Ognuno degli ebook di questa collana porta il titolo della filastrocca che intende presentare, assieme a poche frasi e qualche aforisma sull'argomento trattato. Le filastrocche siamo noi, ci siamo noi, la famiglia, le situazioni familiari e sociali, i personaggi e le immagini della fantasia, delle fiabe e delle leggende. 
__________________
FIORI DI PESCO
(Filastrocche una alla volta)
di Mimmo Mòllica
Venduto da: Amazon Media EU S.à r.l.
Lingua: Italiano
ASIN: B07BTS5WG8

15 settembre 2018

«FILASTROCCA ANTICA E SCIOCCA»: PERCHÉ IL MONDO È CAMBIATO E DOBBIAMO AGGIORNARCI

«Filastrocca antica e sciocca» di Mimmo Mòllica: perché il mondo è cambiato e dobbiamo aggiornarci anche noi, non solo il dizionario. Vari dizionari definiscono una filastrocca "serie lunga e noiosa di parole"; “successioni lunghe e fastidiose di parole”, “noiose tiritere”. Uno dei padri nobili della filastrocca, Gianni Rodari, ha definito filastrocche le sue più belle composizioni. Niccolò Tommaseo spiega il significato del termine «filastrocca»: un discorso pieno d’ampollosità. Filastrocche una alla volta, Amazon formato Kindle.
15/09/2018 - «Filastrocca antica e sciocca» di Mimmo Mòllica, perché il mondo è cambiato e dobbiamo aggiornarci anche noi, non solo il dizionario. Un austero e vecchio signore rimprovera alla Filastrocca d’essere fastidiosa, lunga e noiosa. È il Signor Dizionario, un critico rigoroso e severo.

Filastrocca, filastrocca
filastrocca antica e sciocca
serie lunga di parole
che nessun sentir vuole.

Vari dizionari definiscono una ‘filastrocca’ serie lunga e noiosa di parole non convenienti, non vere; “successioni lunghe e fastidiose di parole”, “noiose tiritere” o anche “discorso lungo e sconclusionato; elenco prolisso”.
Uno dei padri nobili della filastrocca, Gianni Rodari, con genialità e orgoglio, ha definito filastrocche le sue più belle composizioni. Per fortuna sono proprio gli studiosi, l’opinione pubblica, i critici, la stampa e perfino la giuria del Premio Andersen (1970) a ritenerlo “tra i più grandi autori di filastrocche", oltreché i lettori.

Così Niccolò Tommaseo spiega il significato del termine «filastrocca» nel “Nuovo dizionario de' sinonimi della lingua italiana”: «Filasirocca, serie lunga e noiosa di parole o non convenienti o non vere. Filastrocca di bugie, di citazioni, di nomi: un discorso pieno d’enumerazioni, d’ampollosità.
Cantafèra è cantilena noiosa. Cantafavola, ch’è lungheria non vera. Un po’ mendace; la filastrocca, talora mendace, è sempre noiosa: la tiritera, noiosa ed inetta. Le facezie di certa gente son filastrocche d’impertinenza, e filastrocche di freddura…”. 

Così Mimmo Mòllica, autore di molte filastrocche, canzoni e testi per la radio, la tv e il teatro, ha voluto ‘giocare’ col Signor Dizionario per tanta ingiustificata severità.
Saranno l’avvocato Filastroccolo e un nutrito coro di bambini, genitori, insegnanti e nonni a difendere la povera Filastrocca e a dire al Signor Dizionario: «Il mondo è cambiato, dovete aggiornarvi anche voi».

«LA LEGGENDA DI COLAPESCE» DI MIMMO MÒLLICA, UN MISTERO GRANDE QUANTO IL MARE

23/08/2018 - «La leggenda di Colapesce» di Mimmo Mòllica, filastrocca moderna di un’antica leggenda. Mimmo Mòllica ha riscritto in versi e strofe, in lingua italiana, la leggenda di Colapesce, un ragazzo di Messina, figlio del mare di Sicilia bella. Cola nuotava tra Torre Faro e il gran Capo Peloro, per ore ed ore, per un giorno intero in cerca di quell’unico tesoro: fermar del mondo la falange ostile, rendere mari e cosmo più accoglienti ed il Pianeta sempre più civile, dare un mondo migliore ai discendenti. "Quanto è profondo il mare!" disse Cola.

Quanti misteri poi volle svelare di quell’ambiente a lui piuttosto ignoto: curiosità, silenzio, buio e misteri… Colapesce vide che nei fondali c’era tanta vita, pesci, antri e crateri; che non è abisso di paurosi mostri. I mostri che ci posson spaventare sono soltanto nella nostra mente. Il mistero più grande della Terra è regolare il clima del Pianeta, stemperando le emissioni di gas serra, ma l’uomo pensa solo alla moneta.


La leggenda di Colapesce 
di Mimmo Mòllica

Cola era un ragazzo di Messina, 
figlio del mare di Sicilia bella, 
viveva a Capo Faro, alla marina,
con padre, madre, fratelli e una sorella.

Cola guardava il mare e gli parlava
raccontava alle onde i suoi segreti,
e il mare come amico l’ascoltava,
erano ore felici e giorni lieti.

Chissà cosa nasconde nei fondali,
quanto è profondo il mare e se qualcuno,
nelle immense profondità abissali
ha mai parlato con il dio Nettuno?
___________________
La leggenda di Colapesce

FILASTROCCHE: “NOIOSE TIRITERE, SCONCLUSIONATE E PROLISSE”

(di Mimmo Mòllica) - Malgrado Gianni Rodari venga considerato uno dei principali maestri dell'arte speciale di inventare racconti, filastrocche e poesie, la sua fama viene rinnegata e seriamente contraddetta dal vocabolario. Ad offuscare la fama del grande autore della «Grammatica della fantasia» sono proprio i maestri della lingua italiana, autori di vocabolari. Per un buon numero di questi “maestri”, le filastrocche sono “successioni lunghe e fastidiose di parole”, “noiose tiritere” “serie lunga e noiosa di parole”,  “discorso lungo e sconclusionato; elenco prolisso”. È il vocabolario, bellezza!

26 agosto 2018 - La tragedia del ponte Morandi a Genova ha richiamato alla memoria (e alla coscienza) una bellissima filastrocca di Gianni Rodari scritta nel 1962, «Il ladro di erre», nella quale il grande scrittore-poeta dell’infanzia si rende protagonista di un triste presagio: “io non mi meraviglio / che il ponte sia crollato,/ perché l'avevano fatto / di cemento 'amato' / Invece doveva essere "armato", s'intende… / Il cemento senza erre / (oppure con l'erre moscia) / fa il pilone deboluccio / e l'arcata troppo floscia”.
E così “il ponte / è colato a picco, / e il ladro di 'erre' / è diventato ricco: / passeggia per la città,/ va al mare d'estate, / e in tasca gli tintinnano / le 'erre' rubate”.
Acutezza, perspicacia e raffinata fantasia fanno di Gianni Rodari (unico italiano vincitore del prestigioso Premio Hans Christian Andersen) un maestro della letteratura per l’infanzia. 
Ma, malgrado Rodari venga riconosciuto fra i maggiori interpreti del tema 'fantastico', uno dei principali maestri dell'arte speciale di inventare storie, racconti e filastrocche, opere divenute in tanti casi classici della letteratura per ragazzi, la sua fama viene offuscata, rinnegata, sconfessata e seriamente contraddetta dal vocabolario.
Guarda caso, ad offuscare la fama del grande autore della «Grammatica della fantasia» (l’opera più importante di Rodari, pubblicata nel 1973 da Giulio Einaudi Editore), sono proprio i maestri della lingua italiana, autori di vocabolari e di manuali del genere.

Per un buon numero di questi “maestri della lingua italiana”, le filastrocche sono “successioni lunghe e fastidiose di parole”(1), ovvero “noiose tiritere”(2) o anche “serie lunga e noiosa di parole”(3), oppure “discorso lungo e sconclusionato; elenco prolisso”(4)
È il vocabolario, bellezza! 
E nel caso del maestro di Omegna, Gianni Rodari, c’è poco da confondersi giacché lui stesso, con genialità e orgoglio, ha definito filastrocche le sue più belle composizioni. Il ‘guaio’ è che sono proprio gli studiosi, gli editori, l’opinione pubblica, i critici, la stampa, la giuria del Premio Hans Christian Andersen (1970) a ritenerlo “tra i più grandi autori di filastrocche", oltreché i lettori.
Le filastrocche di Gianni Rodari, maestro elementare, scrittore, pedagogista, giornalista e poeta vengono adoperate nelle scuole italiane e straniere come libri di testo e sono tradotte in moltissime lingue.

Tra i suoi titoli più conosciuti ricordiamo: Filastrocche in cielo e in terra, Il libro delle filastrocche, (primo libro per ragazzi di Rodari), Il treno delle filastrocche, Le filastrocche del cavallo parlante, La filastrocca di Pinocchio, Filastrocche lunghe e corte, Il secondo libro delle filastrocche, Filastrocche per tutto l'anno, Prime fiabe e filastrocche (1949-1951), Il teatro delle filastrocche.

E tra le singole… filastrocche, elenchiamo:

Filastrocca del mese di giugno 
Filastrocca settembrina 
Filastrocca vola e va
Filastrocca dei mestieri
Filastrocche per Natale
Filastrocca di Capodanno 
Filastrocche su Carnevale e le maschere
Carnevale in filastrocca di Gianni Rodari
Filastrocche per Pasqua
Filastrocche messe in musica, canzoni
Filastrocche per tutti i giorni
Filastrocca brontolona 
Filastrocca burlona 
Filastrocca canterina 
Filastrocca corta e matta 
Filastrocca del Primo Gelo 
Filastrocca dell’amicizia 
Filastrocca delle parole 
Filastrocca di primavera 
Filastrocca di primavera 
Filastrocca impertinente 
Filastrocca solitaria

Ecco cosa riporta il sito etimo.it alla voce 'filastrocca':

Filastrocca da FILA, con una terminazione alla quale i compilatori dell’ultima edizione del vocabolario della Crusca attribuiscono senso dispregiativo, ma che all’orecchio rammenta il ted. STRECKEN, distendere. Forse sta per Filastròccola, pure usato sebbene più raramente. Alcuno spiega col ted. VIEL e STRECKEN: discorso prolisso e di poco costrutto. (https://www.etimo.it/?term=filastrocca)

Di poco costrutto... Come il ponte di Genova!

Mimmo Mòllica
_____________
Questa filastrocca di Gianni Rodari

LADRO DI “ERRE”

C’è, chi dà la colpa
alle piene di primavera,
al peso di un grassone
che viaggiava in autocorriera:
io non mi meraviglio
che il ponte sia crollato,
perché l’avevano fatto
di cemento “amato”.

Invece doveva essere
“armato”, s’intende,
ma la erre c’è sempre
qualcuno che se la prende.

Il cemento senza erre
(oppure con l’erre moscia)
fa il pilone deboluccio
e l’arcata troppo floscia.

In conclusione, il ponte
è colato a picco,
e il ladro di “erre”
è diventato ricco:
passeggia per la città,
va al mare d’estate,
e in tasca gli tintinnano
le “erre” rubate. 

Gianni Rodari - (1962)
__________________
1 - https://www.google.it/search?q=filastrocca+significato+del+termine&rlz=1C1GGRV_enIT751IT751&oq=filastrocca+significato&aqs=chrome.2.69i59j69i60j0l4.14304j1j8&sourceid=chrome&ie=UTF-8
2 - https://dizionari.repubblica.it/Italiano/F/filastrocca.html
3 - http://www.treccani.it/vocabolario/filastrocca/
4 - https://unaparolaalgiorno.it/significato/F/filastrocca

FILASTROCCA: WIKIPEDIA RESTITUISCE PIENA DIGNITÀ AD UN GENERE LETTERARIO ‘DISPREZZATO’

(di Mimmo Mòllica) - E' Wikipedia, l'enciclopedia libera, a restituire piena dignità alla filastrocca, un genere letterario ‘privilegiato’, perché incontra la persona sin dalla prima infanzia.  Wikipedia accosta il termine filastrocca alle Nursery rhymes, canzoni o prose popolari per bambini originariamente impiegate a scopo didattico. Per il Tommaseo, la filastrocca "talora mendace, è sempre noiosa, la tiritera, noiosa ed inetta"  

31/08/2018 - Filastrocca. Il primo significato (1) che ci consegna Google sul web è il seguente: fi•la•stròc•ca/ - sostantivo femminile, “successione lunga e fastidiosa di parole”. Ad offuscare la ‘reputazione’ delle filastrocche sono proprio i maestri della lingua italiana, autori di vocabolari e di manuali del genere. Per un buon numero di questi “maestri”, infatti, le filastrocche sono “successioni lunghe e fastidiose di parole”, “noiose tiritere” “serie lunga e noiosa di parole”, “discorso lungo e sconclusionato; elenco prolisso”.
A restituire piena dignità ad un genere letterario ‘privilegiato’, perché incontra la persona sin dalla prima infanzia, è Wikipedia, l'enciclopedia libera, che così spiega il significato del termine.
“In letteratura la filastrocca è un tipo di componimento breve con ripetizione di sillabe ed utilizzo di parole di estrazione popolare. Il ritmo della filastrocca è rapido e cadenzato con rime, assonanze e allitterazioni ricorrenti. Alcuni procedimenti analoghi a quelli utilizzati nelle filastrocche si possono trovare nella poesia burlesca quale quella di Lodovico Leporeo e Olindo Guerrini. Noto autore di filastrocche è, in Italia, Gianni Rodari.
Wikipedia accosta poi il termine filastrocca alle Nursery rhymes: “Si definiscono nursery rhymes brevi canzoni o prose popolari per bambini originariamente impiegate negli asili a scopo didattico. In molte culture queste filastrocche si sono tramandate di generazione in generazione seguendo i canoni della tradizione orale”. 

Parole d’amore per un genere letterario davvero disprezzato, specie se accostate a quanto nel suo “Nuovo dizionario de' sinonimi della lingua italiana" (1838) scrive Niccolò Tommaseo alla voce ‘filastrocca’: 

Filasirocca, serie lunga e noiosa di parole o non convenienti o non vere (2). Filastrocca di bugie, di citazioni, di nomi: un discorso pieno d’enumerazioni, d’ampollosità, filastrocca.
Dicon anco filasiroccola, che vale il medesimo; se non che attenua col suono la cosa, e a soggetti meno odiosi, o più minuti, meglio s’applicherà (3). Dicevasi un tempo in senso affine filatera o filatessa, con alcune differenze ch’io accennerei, se le due voci fossero vive. 
Cantafèra è cantilena noiosa, o in versi, o in prosa canora, o cantata da chi la recita. Cantafèra accademica. Non è, credo, comune nella lingua parlata.

O è meno di cantafavola, ch’è lungheria non vera (4).
Tiritèra, discorso non breve, pieno di espressioni, che (come il suono dice) si strascicano l’una dopo l’altra, e di piccolezze. La cantafavola è un po’ mendace; la filastrocca, talora mendace, è sempre noiosa: la tiritera, noiosa ed inetta (5). 
Tantafera, discorso informe, male commesso; pensato sì, ma poco e non bene. Può essere il discorso vero e non inetto, ed essere tantafera (1). 
Le facezie di certa gente son filastrocche d’impertinenza, e filastrocche di freddura; le dottrine di certi politici, cantafavole; l’armonia di certi verseggiatori è una cantafèra prolissa.
La filosofia di certi moralisti, una fredda tioritera; l’eloquenza di certi accademici, tantaferate vere (2).

Questo lusso di vocaboli dispregiativi indica il bisogno che se n’è sentito in Italia: e il sentimento del male è già principio di medicina.
Un pezzo di statistica mal digerito è una filastrocca uggiosa, ma non inutile: ai lettorati vuoti di sapere dilettano più le loro tantafere, e le lor cantafère ai verseggiatori mestieranti, e ai filosofi dozzinali, le lor tiritere.
La cantafèra è de’ pedanti in verso; la tantafera de’ pedanti in prosa, e di tutte le teste confuse: la tiritera, delle teste confuse e deboli. 
Può un ragionamento avere qua e là de’ buoni concetti, ed essere una tiritera: può una poesia, qua e là mostrare di belle immagini, ed essere una cantafèra: può un’enumerazione esser fatta in be’ versi, ed essere una filastroccola.

Mimmo Mòllica

(1) https://www.google.it/search?q=filastrocca+significato&rlz=1C1GGRV_enIT751IT751&oq=filastrocca+sig&aqs=chrome.2.69i57j35i39l2j0l3.9030j0j8&sourceid=chrome&ie=UTF-8
 
Filastroccheria Blogger Template by Ipietoon Blogger Template